domenica 28 marzo 2021

COMUNICATO STAMPA \ La Corte dei Conti approva la strada del risanamento finanziario intrapresa dall’Amministrazione di Galatina


Nel corso del Consiglio Comunale di venerdì scorso il Sindaco ha informato la città rispetto alla periodica relazione della Corte dei Conte che riguarda Galatina. In realtà, la relazione era già disponibile e pubblicata sul sito del comune di Galatina ma era giusto che si aspettasse la comunicazione istituzionale del Sindaco prima di commentarla politicamente.

In quella relazione c’è un dato che salta agli occhi e che dà il senso dell’enormità degli sforzi che Galatina sta compiendo. Mi riferisco in particolare all’indicatore della tempestività dei pagamenti, che quantifica il ritardo che le amministrazioni in difficoltà accumulano per pagare i loro fornitori oltre i canonici 30 giorni previsti per legge. Il comune di Galatina pagava mediamente nel 2018 i suoi fornitori con “ben” 70 giorni di ritardo (vale a dire 100 giorni dopo la presentazione della fattura) mentre nel 2020 il ritardo si è ridotto a “soli” 12 giorni. Una riduzione cioè di 58 giorni rispetto a due anni fa che va a beneficio dei fornitori dell’ente, che spesso sono nostri concittadini stessi, ma che va a beneficio dello stesso comune.

Infatti, nel caso di ritardo nel pagamento dei fornitori, ogni ente è tenuto ad accantonare un fondo di garanzia debiti commerciali, la cui percentuale varia dall’1% al 5% della spesa sostenuta per acquisto di beni e servizi, a seconda dei giorni di ritardo rilevati. Considerato che il Comune di Galatina nel 2019 ha sostenuto spese, a tale titolo, per circa € 12.000.000,00, è di tutta evidenza l’impatto che può determinare l’accantonamento a tale fondo sul bilancio dell’ente. Detto in stampatello, minore è il ritardo nel pagamento dei fornitori, più risorse si liberano per la pubblica amministrazione e più servizi la stessa è in grado di fornire ai suoi cittadini.

Un risultato, va da sé, che non è solo frutto del lavoro di questa amministrazione, intesa in senso politico. È il risultato di una combinazione di fattori che partono certamente dall’aspetto politico, ma che coinvolgono necessariamente quello amministrativo (tutti gli uffici, perché ogni pagamento è frutto di una procedura che coinvolge ovviamente più uffici interessati). Un risultato agli occhi di qualcuno impossibile da realizzare se è vero come è vero che nel corso dell’ultima campagna elettorale c’era chi blaterava di un più conveniente fallimento del comune per farlo ripartire senza i “limiti di spesa” e dopo aver “bidonato” i suoi fornitori. Un risultato che non deve far abbassare la soglia di attenzione e non deve distrarci dall’obiettivo del risanamento economico-finanziario dell’ente unico vero pilastro strutturale sul quale poter ragionare della città del futuro.

Galatina, 29 marzo 2021

 Pierantonio De Matteis

 Consigliere Comunale Andare Oltre


Il comunicato è stato pubblicato anche su:

- Pagina Facebook di Andare Oltre Galatina https://www.facebook.com/andareoltregalatina/photos/a.232453767100012/1437177916627585

- Sito del giornale online Galatina24.it https://www.galatina24.it/de-matteis-andare-oltre-sul-risanamento-finanziario-galatina-sta-compiendo-enormi-sforzi/?fbclid=IwAR2Hsv2UMeSDBjTJ54vsbAZGqVJeMGNpDcpSOPT4muzRYIBeedoE7JkVA5k

- Sito del giornale online Il Sedile https://www.ilsedile.it/galatina-de-matteis-la-corte-dei-conti-approva-la-strada-del-risanamento-finanziario-intrapresa-dalla-amministrazione-di-galatina/?fbclid=IwAR2a_gotNQ7GG1q9gh0Kobpdjy__ktkSWykQbpxhDC-W2jOCJd3jw_k2fEE

- Sito del giornale online Galatina.it https://www.galatina.it/il-comune-di-galatina-sta-diventando-un-buon-pagatore?fbclid=IwAR101I94tu4kUeOL-sQqcLNYBPAao2vYfg0yZ8tTazjeLvAPAq2wrlKMC4k

- Sito del giornale online Inondazioni.it https://www.galatina.it/il-comune-di-galatina-sta-diventando-un-buon-pagatore?fbclid=IwAR101I94tu4kUeOL-sQqcLNYBPAao2vYfg0yZ8tTazjeLvAPAq2wrlKMC4k

- Sito del giornale online Noha.it http://www.noha.it/noha/articolo.asp?articolo=4424&fbclid=IwAR1HUA6cXQINhRuu4EuxzN_ox1gXRV6RV0ZrQ-1WgKuUQXaLxd89N5jV-v8


lunedì 21 ottobre 2013

DALLA RETE \ Cronache da Galatina: che strano effetto che fa, torna An sui muri della città...

di Pierantonio De Matteis

foto dei manifesti
"scongeliamo il simbolo di AN"
affissi sulle strade di Galatina

Lo confesso. Fa uno strano effetto vedere quel simbolo affisso sui muri della mia Città. E fa uno strano effetto non tanto perché per la prima volta da non so quanto tempo quel manifesto non è stata preceduto da un bollettino da me stesso portato all’ufficio affissioni. Non è il fatto che qualcun altro abbia affisso quei manifesti a determinarmi questa strana sensazione. E’ piuttosto la pseudo-pretesa, da parte dell’autore (che poi non è anonimo) di voler “scongelare” un simbolo appartenente al passato, ad una storia chiusa, finita, archiviata. E non scenderò nel dettaglio, non dirò di cose, secondo me, sia finita quella storia, su quali siano le responsabilità e quali i responsabili e non dirò nemmeno se penso sia stata un bene o un male quella fine. E’ solo che è finita, e tocca prenderne atto. Si può analizzare, discutere, accusare anche… ma l’unica cosa che non si può fare è far finta di nulla e mi pare che la richiesta di scongelare il simbolo sia esattamente questo: far finta di nulla. Far finta che questi ultimi cinque anni non ci siano mai stati, che nulla sia successo. 

Prendete Galatina ad esempio. Quella richiesta di scongelamento pretende di far finta che nulla sia successo nella comunità politica di AN. Una comunità che esprimeva un sindaco, due assessori, un presidente del consiglio comunale, cinque consiglieri, 2500 voti (a volte 3000), l’unico vero movimento giovanile cittadino, una credibilità politica certamente sopra la media cittadina. E che oggi ha dato vita ad una diaspora senza precedenti. Chi, rimasto nel partito del padrone, è tornato in consiglio; chi, ribellandosi alle logiche politiche imperanti, è stato sbattuto fuori dai giochi politici; chi, non avendo voce nei partiti, si è dato al civismo; chi del civismo si è già stancato; chi ha cambiato quattro partiti ed è stato anche sindaco di Galatina con pessimi risultati amministrativi; chi ha cercato fortuna altrove vantando una purezza e una credibilità che solo quella passata appartenenza gli attribuivano; chi… chi… chi… E tra tutti loro un velo di recriminazioni, di fraintendimenti, di ambizioni personali che fanno sì che il tutto si giochi sempre senza uno straccio di idea. Ora, immaginate tutta ‘sta gente insieme. Voi ce la vedete? Voi ve la immaginate una riunione con tutti ‘sti galli… con tutte ‘ste primedonne… con tutti ‘sti generali… senza esercito? Lasciate perdere, verrebbe da gridare loro. E’ finita. Stavolta è proprio finita.

articolo pubblicato sul blog Segnavia da Annalisa Terranova http://segnavi.blogspot.com/2013/10/cronache-da-galatina-che-strano-effetto.html

domenica 18 novembre 2012

LIBRI \ Romanzo comunale, di Umberto Croppi

Umberto Croppi con Giuliano Compagno,
Romanzo Comunale, Newton Compton, 2012
Ho interrotto “morte a credito” di Céline tanta era la curiosità che mi avevano suscitato le anticipazioni su Romanzo Comunale di Umberto Croppi e Giuliano Compagno; un libro che svela il bluff nel quale anch’io ero cascato. Il giorno del ballottaggio per l’elezione a “sinnaco de Roma” di Gianni Alemanno io ero nel suo comitato elettorale, avevo viaggiato tutta la notte in un espresso per assistere allo scrutinio nel suo quartier generale e poter partecipare a quello storico momento. Forse del suo staff solo Croppi aveva capito che si sarebbe vinto ma certo è che dopo quei due confronti televisivi si era capito benissimo che il vento era cambiato e che ce la si poteva fare. Ma anche si fosse perso, quella campagna elettorale era comunque un momento storico per la nostra comunità, forse simile solo a quella di Fini nel ’93.
Avevo conosciuto Gianni Alemanno nei due Campi Base, i raduni annuali di Gioventù Identitaria, la componente giovanile della destra sociale e non avevo faticato ad identificarmi con la sua azione di governo a partire dalla sua battaglia, da ministro dell’agricoltura, contro gli Organismo Geneticamente Modificati. Poi la sua svolta cattolica (glielo dice pure Croppi in una telefonata a margine di un’assemblea nazionale di AN, quella in cui vennero contestestate a Fini le posizioni sulla fecondazione medicalmente assistita) mi fece progressivamente allontanare dalla sua area ma ciò non diminuiva l’importanza che attribuivo a quel risultato romano: nel costituendo Pdl la componente impropriamente detta AN riusciva finalmente ad uscire dal recinto e a giocarsi le proprie carte in proprio, sfatando il mito del “partito dei vicesindaci”. Era un’occasione da utilizzare al massimo, era la nostra occasione per dimostrare non solo tutta la nostra diversità ma soprattutto tutta la nostra competenza e capacità di governo ad altissimi livelli. E’ stata invece un’occasione drammaticamente persa. In capitoli fittissimi di aneddoti e di ricostruzioni di scenario, Croppi spiega che in fondo, l’Amministrazione Alemanno abdica giorno dopo giorno alla funzione di radicale cambiamento della politica romana per la quale era stata scelta e si assesta sulla gestione dell’ordinaria amministrazione accontentandosi del molto berlusconiano “effetto annuncio”: grosse sparate di progetti irrealizzabili che assicurano ottima copertura mediatica ma che poi non producono nessun risultato concreto per la Città come il caso delle olimpiadi e del gran premio (giusto per citarne due).
Da manuale di teoria della comunicazione applicata alla politica il capitolo sulla campagna elettorale in cui Croppi ricostruisce i momenti salienti e le scelte strategiche che posizionano Alemanno come perfetto interprete di quel sentimento di radicale cambiamento che poi verrà tradito nel corso del mandato amministrativo. Da manuale di storia dei partiti politici la ricostruzione della vicenda personale e collettiva della comunità politica romana negli anni settanta e ottanta, a cavallo delle suggestioni rautiane e nuovodestriste. Menzione d’onore merita poi la pagina biografico-familiare del padre di Umberto, repubblicano a Salò, che al giovane figlio dirigente del Fronte della Gioventù regala una copia del “capitale” di Marx.
pdm

domenica 4 novembre 2012

Qualche precisazione sul nostro campo da gioco


In tutti i post di presentazione di Officina17 abbiamo definito il campo politico di appartenenza. Abbiamo parlato, seppur genericamente, di centrodestra o di moderati e questo è sembrato a qualche commentatore un’autolimitazione. Questo commento ci fornisce lo spunto per chiarire alcuni punti:
- è vero, ci autolimitiamo, nel senso che nel nostro impegno politico ci diamo delle regole di condotta che comportano più svantaggi che opportunità di carriera. Ma questo è il prezzo dell’impegno politico vero, altrimenti ci saremmo messi sul mercato già da un pezzo e venduti al miglior offerente senza tante seghe mentali;
- il nostro campo di riferimento, al netto di tutto quello che succede a livello nazione, è il centrodestra e il non definirlo chiaramente sarebbe stato solo un bluff ma noi, come sempre, giochiamo a carte scoperte;
- il ribadirlo tutti insieme poi conferma che per noi l’impegno politico prevede una sorta di tabella cronologica delle scelte: prima si sceglie da che parte si sta alla luce dei propri ideali e conseguentemente ci si impegna nel partito di riferimento e non piuttosto, come appare moda ora, prima si decide di fare politica e poi, provando ad indovinare il vincitore, ottenendo la promessa migliore, valutando le migliori opportunità personali si sceglie questo o quel partito;
- l’area politica di riferimento, a Galatina, non ci piace manco per niente ed è proprio per questo che lavoriamo per (ri)costruirla più vicina al nostro ideal-tipo. Sarebbe facile utilizzare questa scusa per andare altrove a cercare il nostro posticino al sole, ma saremmo solo dei mercenari e in giro ce ne sono fin troppi.
pdm

sabato 27 ottobre 2012

Un dibattito trasparente ad alta voce

Officina17 non è una corrente, non è un partito, non è una lista civica.
Officina17 non è un tentativo di rimettersi tutti insieme allegramente.
Officina17 non è un modo per prendere la rincorsa per le prossime elezioni comunali di Galatina.
Officina17 è un luogo pubblico di ragionamento, uno spazio aperto di discussione, un metodo di confronto diretto, schietto, duro, comunque necessario per capire quello che è successo alla politica galatinese negli ultimi anni. Officina17 nasce da una chiacchierata tra amici che hanno la comune malattia (la politica) e che sentono di avere qualcosa da dire per Galatina e per la loro parte politica, quella genericamente intesa e identificabile con quella bruttissima parola che è moderati, qualunque sia il percorso politico e partitico fin qui compiuto e che comunque nessuno rinnega e che a nessuno verrà chiesto di rinnegare. L’obiettivo è banale e presuntuoso. Banale perché discutere pubblicamente e in modo trasparente dovrebbe essere il minimo sindacale per chi fa politica e non si accontenta di squallidi giochetti fatti davanti a questo o a quel bar per prendere le decisioni che contano. Presuntuoso perché ritenendo di avere qualcosa da dire, lo si farà a voce alta, senza avere nulla da nascondere, tentando di elevare il dibattito. Si tenterà di raccontare le vicende di cui abbiamo diretta conoscenza, si farà un resoconto alla nostra maniera delle cose a cui assisteremo, andremo al di là della sterile e demagogica polemica. Tenteremo, in una parola, di fare politica. Troppo ambiziosi? Forse. Ma socializzeremo quest’ambizione mettendola a disposizione di tutti coloro che vorranno condividerla senza chiedere loro appartenenza politica o partitica ma valutando solo se avranno qualcosa da dire e se saranno disponibili a metterci la faccia. Ci confronteremo, ci scontreremo, ci troveremo su fronti diversi anche tra noi stessi. E’ il bello dell’anarchismo con il quale nasce questo tentativo che è già, dall’istante stesso in cui è online, una cosa nuova e diversa rispetto alle nostre intenzioni. Già vive di vita propria.
pdm


venerdì 29 aprile 2011

LIBRI \ Il fascista liberario, di Luciano Lanna

Luciano Lanna, Il Fascista Libertario,
Sperling & Kupfer, 2011
«Una certa reazione degli interlocutori è stata ricorrente nel tempo, mi ha accompagnato fin da quando ero ragazzo. “Ma dai”, mi si diceva, “ti rendi conto che non sei di destra, che per quello che pensi non hai niente a che vedere con la bigotteria, la censura o il conservatorismo? Ma che cosa hai in comune con nostalgici, forcaioli e autoritari?” E avevi voglia a spiegare che le cose stavano diversamente, che la tua non era un'anomalia ma una condizione diffusa, e semmai era l'immagine pubblica della destra politica a creare l'equivoco. Ma non c'era niente da fare. Quelle stesse osservazioni mi venivano continuamente rinfacciate a scuola e all'università dagli amici e da molti colleghi quando iniziai a fare il giornalista. Una situazione schizzofrenica che, penso, ha riguardato come me tantissime persone. Per moltissimo tempo, infatti, in molti abbiamo vissuto con questa dissociazione, lacerati tra un'immagine esterna e la nostra autorappresentazione interna: nella versione pubblica costretti ad apparire come anticomunisti intransigenti e uomini d'ordine, secondo la propria percezione autoreferenziale come sostenitori di diritto civili, della giustizia sociale e di una sensibilità sostanzialmente liberaria.»
Il primo paragrafo della prefazione del libro di Luciano Lanna, fino a qualche settimana fa ottimo direttore responsabile del Secolo d'Italia, quotidiano ormai in via di normalizzazione, non avrebbe potuto esprimere meglio il sentimento di tanti militanti della destra che ricercavano nelle formule politiche (correnti e movimenti interni) il modo più coerente per poter declinare i loro principi di riferimento: dalla giustizia sociale ai diritti civili alla tutela dell'ambiente alla contestazione del modello di sviluppo. Questo testo per certi versi rimette le cose a posto, nel senso che traccia una linea politica tra le diverse esperienze del novecento rilette in chiave libertaria e fuori dal luogocomunismo che per decenni ha avvolto il dibattito politico sulla destra italiana e più in generale sul post-fascismo. 
pdm

lunedì 10 gennaio 2011

LIBRI \ Azzeccare i cavalli vincenti, di Charles Bukowski

Charles Bukowski, Azzeccare
i cavalli vincenti, Feltrinelli, 2006.
"Se Pound fosse o meno un antisemita o un fascista, o se avesse il diritto di essere entrambe le cose, è un altro argomento. I discorsi alla radio che ho letto sembravano più barbugliamenti imbecilli di un ragazzino delle superiori che si crede intelligente che le farneticazioni di un pazzo. Per di più, in molte menti creative c’è la naturale urgenza di conoscere anche il resto. E a volte si ha il desiderio di abbracciare l’altra fazione, solo per l’inferno che ne può derivare. Perché la vecchia fazione c’è da così tanto tempo, è così solida, e sembra così svanita. Céline, Hamsun e altri sono stati sorpresi, a volte, a fare così. E non sono stati perdonati. Nel tentativo di andare al di là del Bene e del Male (se esistono), l’ago della bilancia a volte oscilla e tende verso il Male (se esiste) perché sembra più interessante – specialmente quando i tuoi connazionali accettano ciecamente di seguire quello che gli viene detto essere il Bene (e senza mai dubitarne). Generalmente, negli uomini intelligenti c’è la tendenza a non credere in quello in cui crede la maggioranza delle masse, e la maggior parte delle volte questo li pone vicino all’obiettivo – altre volte finiscono con il culo per terra, specialmente nella scena politica dove i vincitori ordinano quale sia la fazione giusta.
Pound è finito con il culo per terra, e per salvargli l’anima e il culo lo abbiamo messo in mezzo agli svitati dicendo che comportarsi così era più forte di lui. Eppure, se i fascisti, i nazisti, avessero vinto, penso che Pound sarebbe stato il primo a scagliarsi contro di loro, sbattendosene delle conseguenze. E’ rimasto intrappolato con un Perdente, e un Perdente non ha mai vinto davanti ad un tribunale per i crimini di guerra, finora."
pdm

martedì 30 aprile 2002

AG.GALATINA \ Numero uno - maggio_2002

scarica qui il pdf del primo numero di ag.galatina





(intro col senno di poi.
molto poi e poco senno)
09 apr 2021


In tutte le mie/nostre esperienze politiche ho/abbiamo sempre avuto - abbiamo sempre avuto sarebbe meglio dire, perché la politica è un fatto collettivo o non è - la mania di produrre giornalini, blog, riviste, luoghi di ragionamento e di comunicazione lenta. A volte ci sono/siamo riuscito/i, a volte meno. In tutti i casi siamo riusciti a costruire relazioni, incontri, confronti, e "prodotti" che vale la pena anche solo sfogliare a distanza di così tanti anni.
Per questo pezzo pezzo pubblicherò su questo blog che prende sempre più le sembianze di un archivio - e con la loro data originaria - i risultati dei nostri sforzi. Giocavamo a fare i grandi, sin da quel primo numero. E forse non ci rendevamo nemmeno conto che, oggi lo posso dire a distanza di così tanti anni, abbiamo costruito forse l'unico vero cantiere politico di questa Città e un gruppo umano che, salvo mille vicissitudini, ancora si vuol bene.
Il resto è politica politicante.

Questo l'editoriale non firmato perché appunto doveva essere sentito da tutti, che scrissi per il primo numero di ag.galatina in occasione di una giornata di ricordo dei ragazzi del Fronte della Gioventù che negli anni erano stati vittima di violenza politica tenutasi a Cutrofiano, venerdì 10 maggio 2002 e organizzato, oltre che dal circolo "Paolo Di Nella" di Galatina, dai circoli di Collepasso, Cutrofiano, Gallipoli, Leverano, Matino, Parabita e Spongano. Tutti ospiti dei ragazzi del circolo "Sergio Ramelli" di Cutrofiano, presieduto da Davide Levanto.
Il testo è originario del 2002, abbiate pietà.

AZIONE GIOVANI

Azione Giovani è il movimento politico giovanile erede del glorioso Fronte della Gioventù. E del Fronte ripropone il simbolo, i valori, gli ideali.

Azione Giovani non è cosa diversa da quella straordinaria palestra di vita che il Fronte è stato per le generazioni che ci hanno preceduto. Ha, però, saputo cogliere le sfide, nuove quanto affascinanti, degli anni che viviamo.

Ha saputo coniugare tradizione e progresso sociale. Tradizione e rispetto nei valori di sempre; progresso e benessere sociale contro la nuova emarginazione, la nuova povertà, la nuova miseria economica, culturale, ideologica.

Azione Giovani, oggi, è il movimento politico giovanile più attivo sul territorio nazionale. E’ impegnato in prima persona in battaglie di civiltà, in battaglie culturali, in battaglie scomode, che forse non portano voti, ma che formano le coscienze ed aiutano ad aprire gli occhi sull’enorme quantità di propaganda che ogni giorno subiamo, confondendola spesso per cultura, per informazione, per verità.

Azione Giovani è il movimento politico di tutti quei ragazzi e ragazze che non vogliono cedere al Pensiero Unico Dominante, quello della società dei consumi, per intenderci, ma che non si riconoscono nemmeno in quella pseudo-alternativa al sistema rappresentata dai gruppi più o meno rivoluzionari di sinistra.

Azione Giovani è, dunque, il movimento politico giovanile di chi crede ancora in valori come la Comunità, il Territorio, la Giustizia Sociale; di chi crede che l’interesse collettivo, quando è veramente tale, debba prevalere sui meri interessi personali; di chi crede in tutte quelle persone capaci di mettere in gioco la propria vita per degli ideali.

Ma Azione Giovani è anche il movimento di quanti “tirano a campare” perché questa società non offre prospettive concrete per la gente comune; di coloro che sono costretti a lottare ogni giorno contro una quotidianità ostile; di chi, nonostante tutto, con le sue sole forze, va avanti.

Ed è in seguito a tali considerazioni che Azione Giovani deve continuare a lottare contro tutte quelle contraddizioni del sistema scaturite da 50 anni di mal governo. Da 50 anni di compromessi basati sui soli interessi personali. Da 50 anni in cui la politica non ha mai tenuto conto delle esigenze della gente.

Questa è Azione Giovani.